La Basilica di Santa Cristina

Secondo la tradizione, la costruzione, o meglio la ricostruzione, di quest'edificio si deve alla devozione a S. Cristina di Matilde di Canossa e di Papa Gregorio VII, che la consacrò al culto nel 1078 (10 maggio), dopo che la chiesa primitiva aveva subito danni irreparabili a causa delle invasioni barbariche.
Nei saggi di scavo, eseguiti nel 1925 nella navata destra, si rinvennero materiali appartenenti ad un altro edificio, forse di età paleocristiana.

Sorta, come afferma la tradizione, sulle rovine di un preesistente tempio pagano, l'odierna Basilica di S. Cristina si presenta come il monumento più importante e ricco di Bolsena.

 

Oggi è un fabbricato articolato, formato da tre distinti nuclei, sviluppatisi nel corso dei secoli intorno alla primitiva area catacombale cresciuta attorno alla tomba di S. Cristina, patrona della città.

Per la sua complessità e per l'accavallarsi degli stili è tra le strutture architettoniche religiose più notevoli dell'Alto Lazio.

Interno

L’interno, a tre navate, di schietta impronta romanica, divise da semplici colonne bombate ( a sx una colonna poligonale e due derivate da pilastri, provenienti da edifici romani) e coperte da tetto a capriate, ha tre absidi quadrate dalle volte a crociera.
Dall'elegante facciata rinascimentale si passa ad un interno grandioso e sobrio, pregio delle basiliche romaniche.
La pianta dell'edificio è a croce latina a tre navate divise da poderose colonne private dei loro capitelli nei rifacimenti del 1697.

Il soffitto a capriate presenta un elegante e semplice disegno per l'alternarsi dei mattoni bianchi e rossi.
A questa primitiva purezza di stili si è giunti in seguito ai restauri effettuati negli anni '30 dall'architetto Gavini, che ha tolto le sovrastrutture che avevano via via sempre più appesantito la costruzione.

La Navata Centrale

Tracce, che mettono in evidenza la preziosità dei primitivi capitelli, le possiamo riscontrare nella prima colonna, a destra di chi entra, e in quella di fronte all'ingresso della cappella del Miracolo con simboli degli Evangelisti. Delle colonne soltanto tre in granito rosa appartengono alla prima costruzione.
Nel presbiterio l'altare maggiore è stato realizzato con frammenti marmorei del X sec. , e gli fa da pala un prezioso polittico, opera del senese Sano di Pietro, eseguito intorno alla metà del sec. XV.

L'ambone è decorato da un bassorilievo cinquecentesco raffigurante il martirio di Santa Cristina.
Il polittico di Sano di Pietro (Siena 1406-1481) rappresenta al centro la Vergine in trono con Bambino, a destra San Paolo e S. Cristina, a sinistra S. Pietro e S. Giorgio.

La predella, opera di aiuti come Benvenuto di Giovanni, rappresenta al centro tre tondi con Cristo sofferente tra la Vergine e S. Giovanni, ai lati quattro storie della vita di S. Giorgio.

Un rilievo marmoreo, raffigurante S. Rocco che sorregge la mensa d'altare, proviene probabilmente dalla distrutta chiesa di S. Rocco e Sebastiano e fa parte di un trittico, anche esso attribuibile a Benedetto Buglioni o alla sua scuola.
Dietro l'altare è disegnata sul pavimento la prima abside della basilica, venuta alla luce durante i restauri del 1977.

La Navata Sinistra

All'inizio della navata sinistra sorge il campanile, seguito dal fonte battesimale decorato da bassorilievi rinascimentali.
Cappella di Santa Cristina
dove si custodiscono le sue reliquie e una pregevole statua lignea di scuola senese del XV secolo.
Riaperta al culto e dedicata alla Santa nel 1979.
Il tempietto in legno dorato venne aggiunto nei primi anni del sec. XVII.
L'altare in travertino è opera dell'architetto Gavini (1929).
All'interno dell'altare in una preziosa urna d'argento e smalti rappresentante due episodi del martirio della Santa, opera del bolsenese Marcello Moscini e dell'orvietano Marcello Ponticelli (1980) sono conservate le reliquie della Santa.
Attraverso un portale marmoreo del sec. XI-XII si accede alla Cappella Nuova del Miracolo o delle Sacre Pietre.

La Navata Destra

Attraverso un portale cinquecentesco si accede alla Sacrestia dove sono conservate epigrafi pagane e paleocristiane provenienti dai restauri del sec. XIX nella Grotta di S. Cristina.
Lungo la navata, appeso alla parete si trova un Crocifisso ligneo di scuola umbro-toscana del sec. XV, in origine policromo.
E' sormontato da un'arcata in ceramica invetriata opera della bottega del Buglioni, e residuo di un monumento funerario del sec. XV.
Nella navata destra, entro una nicchia, è un icona, raffigurante la beata Maria della Pace, opera di Marcello Moscini eseguita con la tecnica della tempera all'uovo su tavola in pioppo.